Ricordiamo che Auditel è una società privata, che effettua un servizio in regime di monopolio e che per tale servizio viene compensata da tutti gli operatori del settore. Sui dati prodotti quotidianamente da Auditel si basa la valutazione della performance dell’intero mercato televisivo, una valutazione che impatta direttamente sui ricavi del settore, un settore cruciale per la crescita economica del Paese ma anche per tutto il “Sistema Italia” in considerazione del ruolo fondamentale di traino che svolge la pubblicità per le imprese che hanno un prodotto da far conoscere ai consumatori italiani. Inoltre, elemento non meno importante, questi dati determinano il successo o l’insuccesso di produzioni che coinvolgono un segmento fondamentale della creatività italiana, siano fiction, programmi televisivi, format innovativi, approfondimenti giornalistici.
Questa condizione di monopolio e la delicatezza e sensibilità dei dati forniti da Auditel rendono dunque necessario che l’attività svolta da questa azienda non solo sia estremamente efficiente e in linea con i migliori benchmark internazionali, ma anche che questa avvenga secondo criteri di massima trasparenza e non discriminazione.
Le problematiche riscontrate in queste ultime settimane purtroppo invece ci dicono che tale efficienza tecnica non solo non è stata raggiunta ma più in generale il sistema appare ormai inadeguato rispetto alle reali esigenze del mercato.
D’altronde Auditel basa la sua struttura di governance e la sua impostazione più generale sostanzialmente sullo stesso modello creato quando la società nacque oltre 27 anni fa. Oggi, dopo l’avvento e l’affermazione della televisione digitale, multicanale, tematica, criptata e free, il moltiplicarsi di nuovi sistemi distributivi e di fruizione televisiva (dalla televisione in mobilità, ai servizi via cavo, fibra, alle offerte OTT-Over the top) questa impostazione risulta evidentemente antiquata.
La rilevazione dell’ascolto della giornata di giovedì è infatti particolarmente emblematica, da sei settimane vanno in onda proprio nella serata di quel giorno due programmi che rappresentano un esempio interessante di come il mercato televisivo si stia evolvendo con grande velocità. Si tratta di “Servizio Pubblico”, il programma di Michele Santoro, che si basa su di un sistema distributivo del tutto innovativo che unisce televisioni locali, web e pay-tv in diretta contemporanea e della nuova edizione di “X Factor” che per la prima volta ha introdotto un genere tradizionalmente riservato alla free to air su un canale pay, con un successo al di là delle aspettative di tutti gli analisti del settore e un coinvolgimento massiccio dei principali social network online integrato nel programma.
In questo periodo di grande difficoltà economica per il paese, in cui è doveroso per ogni impresa impegnarsi nel contribuire al meglio per riportare l’Italia a crescere, crediamo che sia importante che tutti gli operatori televisivi, assieme ai rappresentanti degli inserzionisti pubblicitari e degli acquirenti di spazi media si incontrino per confrontarsi costruttivamente su come adeguare il sistema di rilevazione degli ascolti televisivi alle esigenze reali del mercato, in un’ottica di trasparenza, efficienza e non discriminazione.
Un sistema davvero efficiente darebbe un contributo decisivo ad un’ulteriore crescita del mercato, crescita che porta con sé nuova occupazione, nuove risorse, nuove opportunità per il Paese. Allo stesso tempo tale sistema garantirebbe alle migliaia di creativi italiani impegnati nell’industria dell’audiovisivo che ogni giorno concorrono allo sviluppo culturale dell’Italia di farlo sapendo di confrontarsi con una misura di apprezzamento del proprio lavoro davvero in linea con i gusti e le tendenze di un paese moderno, digitale e proiettato verso il futuro.