Via libera del cda di Telecom Italia alla vendita delle attività del settore media, con La7 in testa. Come atteso, è stato avviato il processo di dismissione dell’asset, considerato non strategico per l’azienda impegnata nella riduzione dell’indebitamento. Il cda della controllata Ti Media ha quindi dato il via – spiega una nota – a «un’operazione di ristrutturazione societaria mediante separazione degli asset televisivi, facendoli confluire in una società̀ad hoc».
La7 in vendita. Si apre ora una fase in cui verranno definite le condizioni per cedere i beni alle migliori condizioni, valutando le eventuali offerte. Per chi lavora a La7, compresi i tanti nomi noti arrivati nella campagna acquisti degli ultimi anni, la notizia non può non generare incertezza per il futuro, anche se due volti importanti come Enrico Mentana e Gad Lerner si dicono tranquilli sulla salvaguardia della qualità del prodotto. «Nell’ambito del processo di focalizzazione sulle attività core ribadito nel piano industriale 2012-2014 – si legge nella nota Telecom -, il consiglio di amministrazione di Telecom Italia ha deciso l’avvio del processo di dismissione delle attività nel settore dei media. Tale dismissione contribuirà al conseguimento dei target di riduzione dell’indebitamento già annunciati».
I conti. Telecom ha anche diffuso i conti del primo trimestre che chiude con una crescita dell’utile del 10,4% a 606 milioni di euro e con ricavi per 7,39 miliardi (+4,5%). Risultati che, ha spiegato il presidente Franco Bernabè, consentono di «confermare tutti i target di fine 2012». A seguire si è riunito il cda di Telecom Italia Media, controllata con il 77,7% dalla casa madre. L’azienda ha chiuso il primo trimestre con una perdita di 15,7 milioni di euro, principalmente dovuta – spiega una nota – «all’incremento dei costi per l’arricchimento del palinsesto». Solo per fare qualche esempio, sono arrivati nell’ultimo periodo da Serena Dandini a Sabina Guzzanti, da Benedetta Parodi a Corrado Formigli, ed è atteso a giorni il nuovo programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano. I ricavi sono saliti a 57,5 milioni e il margine operativo lordo è risultato negativo per 5,9 milioni di euro. Il gruppo prevede «un incremento, seppur lieve, della raccolta pubblicitaria» e per il 2012 «quantomeno dei risultati in linea con quelli dell’esercizio 2011».
Potenziali acquirenti. È proprio l’andamento del mercato e la difficoltà a generare ricavi nonostante gli investimenti a provocare dubbi tra gli analisti sull’appetibilità della rete. Tra i potenziali acquirenti ci sarebbero il gruppo Espresso, che ha smentito trattative, Urbano Cairo, titolare della Cairo Communication e il finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar. Potrebbero essere interessati anche l’emiro del Qatar, patron di al Jazeera, il gruppo Bertelsmann e Diego Della Valle.
Tre multiplex. La scissione tra i canali tv, con La7 e la partecipazione al 51% in Mtv, da un lato e le infrastrutture di rete dall’altro consentirà di seguire strade differenti per i due settori. E sono in tanti a considerare i tre multiplex detenuti da Telecom il vero piatto forte dell’affare. A colpire il grande pubblico sono però soprattutto le sorti di La7, che, destinata a diventare il terzo polo televisivo, non è ancora riuscita nel complesso a raggiunge i target di share sperati.
Mentana e Ruffini. «Io non sono per nulla preoccupato – afferma Mentana che è tra quelli che trainano gli ascolti della rete -. Il venditore sicuramente inserirà tra i criteri di scelta dell’acquirente la salvaguardia della qualità e delle prospettive del canale». «Non sono preoccupato – gli fa eco Gad Lerner -, perché sono convinto che La7 ha conquistato un ruolo tale che può preludere solo a uno sviluppo futuro». «Lavoriamo serenamente – commenta il direttore di rete Paolo Ruffini – L’importante è avere un editore che crede nella buona tv».