I bonus e le buonuscite assegnati ai vertici aziendali – a fronte di pessimi risultati economici – equivalgono peraltro a quanto sottratto negli scorsi anni ai giornalisti attraverso un contratto di solidarietà basato su presupposti illegittimi. A tutt’oggi la richiesta di incontro con il nuovo editore, avanzata attraverso la Federazione Nazionale della Stampa, è rimasta inascoltata mentre i segnali che arrivano dall’attuale azienda non sono incoraggianti”. “I giornalisti de La7 infatti – prosegue la nota – sono preoccupati per l’intenzione di trasferire 60 lavoratori non giornalisti ad aziende del gruppo Telecom e per il mancato rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato, una scelta che provoca l’impoverimento della struttura tecnica e incide sulla qualità e l’organizzazione del lavoro giornalistico”.
L’assemblea “prende atto con soddisfazione delle dichiarazioni di Urbano Cairo sulla centralità dell’informazione e sulla conferma dell’attuale linea editoriale e gli chiede di illustrare al più presto un piano industriale. Al nuovo editore de La7 alla ricerca di ‘rubinetti da chiudere’ – per citare un’espressione dello stesso Cairo – consiglia di guardare innanzitutto agli appalti a prezzi spesso fuori mercato a ditte esterne per attività che poco o nulla hanno a che fare con l’attività televisiva”. L’assemblea dei giornalisti de La7 “vista l’indisponibilità dell’azienda a risolvere le annose questioni relative al non giustificato Contratto di solidarietà, alla non corretta applicazione del Contratto nazionale di lavoro giornalistico e degli accordi aziendali, assegna al Comitato di redazione ampio mandato per avviare immediatamente le azioni legali necessarie al rispetto delle regole e al recupero delle somme non corrisposte, a cominciare dal Trattamento di fine rapporto non correttamente accantonato”.