Il fondo di private equity fondato da Claudio Sposito (assistito dall’advisor Bain&Co) ha fatto l’offerta piu’ alta, 330 milioni, superando di slancio H3G (affiancata da Roland Berger e dalle banche Hsbc e Goldman Sachs) ferma a 300 milioni. La proposta di Clessidra, che alla fine potrebbe essere anche ritoccata a 350 milioni, sara’ finanziata per meta’ con equity e per l’altro 50% facendo ricorso al finanziamento bancario. Ed e’ proprio dopo una serie di confronti con gli istituti di credito che sarebbero emerse le prime difficolta’ dell’intera operazione. Perche’ gia’ l’esposizione di partenza di TiMedia e’ elevata e con ogni probabilita’ chi comprera’ gli asset dovra’ per prima cosa rinegoziarne i termini. Cosi’ se al debito di partenza (200 milioni) se ne dovessero aggiungere altri 150 o 175, l’indebitamento risulterebbe eccessivo rispetto alle performance reddituali del gruppo editoriale, da sempre in perdita a partire dai margini operativi: basti pensare che a fine settembre l’ebitda consolidato era in rosso per 26,4 milioni, e quello dell’asset privilegiato, La7, addirittura di 48 milioni.