La trasformazione de La7 da Cenerentola dell’etere a preda ghiotta per gli editori che vogliono diversificare la loro attivita’ (ma sara’ poi vero?), ha riportato d’attualita’ – anche in borsa, dove T.I.Media cui fanno capo le attivita’ televisive di Telecom I. – un tema bollente: lo scontro tra i grandi tycoon italiani per il controllo della televisione digitale del futuro.
Bruxelles pungola Roma, scrive Milano Finanza. Lo scorso anno si era chiuso con la proroga del divieto di incrocio tra stampa e tv e il via libera Ue a Sky sul digitale terrestre; oggi, alle porte dell’estate, sono sempre piu’ aggrovigliati i due nodi che il governo del Cavaliere dovra’ sciogliere quanto prima. Si tratta della procedura di assegnazione gratuita tramite beauty contest di cinque multiplex di frequenze digitali televisive e della vendita di altri megahertz agli operatori telefonici, che dovrebbe portare 2,4 miliardi nelle casse dello Stato. Se quest’ultima e’ sempre piu’ in forse, stante la perdurante occupazione dei canali da parte delle televisioni locali che hanno spinto Telecom I. & C a minacciare Palazzo Chigi di disertare in massa l’operazione, quella della concessione gratuita di canali e’ finita su un binario morto. Complice Bruxelles. Secondo quanto ha potuto verificare MF-Milano Finanza, la Commissione Europea, che deve esaminare il disciplinare di gara redatto dagli uffici del ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, sta preparando in silenzio una polpetta avvelenata per Mediaset e Rai. Gli uomini di Joaquin Almunia, lo spagnolo titolare del gabinetto per la concorrenza europea, hanno infatti chiesto all’Italia di specificare nei bandi di gara per le frequenze digitali la tipologia delle medesime.