E ieri sera é stato definitivamente bocciato in commissione Bilancio al Senato l’emendamento proposto dal Pd alla manovra per evitare l’assegnazione gratuita. La norma, ha spiegato il senatore del Pd Vincenzo Vita, “é stata ampiamente discussa nei giorni passati e avrebbe dato un gettito di 1-2 miliardi di euro”. “Ce l’abbiamo messa tutta – ha aggiunto il senatore Pd – Se non ci fosse il conflitto di interessi del premier Berlusconi avremmo con questa norma anche messo l’Italia in linea con la Ue”.
A questo punto il ministero dello Sviluppo Economico dovrebbe rendere noti i nomi dei partecipanti nel pomeriggio di martedì 6 settembre, giorno in cui è fissata la scadenza per la presentazione delle domande alle 12. Alcuni operatori ritengono però che il termine sia domani ed è possibile che già da allora vengano depositate le prime candidature. Scontata la discesa in campo di Rai e Mediaset che possono concorrere per le due frequenze del gruppo B, riservato agli operatori già presenti sul mercato del digitale terrestre, insieme a Telecom Italia Media, che ha però impugnato il bando davanti al Tar del Lazio. Per l’assegnazione del punteggio, oltre al piano tecnico e al piano commerciale, sarà presa infatti in considerazione la struttura d’impresa.
Un aspetto, quest’ultimo, che vede svantaggiata La7 rispetto alle due concorrenti. Ragione per cui la rete avrebbe voluto concorrere per il gruppo A, che raccoglie tre frequenze nazionali da assegnare ai nuovi entranti. Di questi fa parte Sky, che per indicazione della Commissione Ue può però concorrere per un solo multiplex e per cinque anni non potrà offrire canali a pagamento (per questo potrebbe puntare sulla crescita di Cielo e lo sbarco di Sky TG24 sul digitale). Anche Sky l’anno scorso ha presentato ricorso, come Ti Media, ma l’assenza di una richiesta di sospensiva non dovrebbe mettere in dubbio il prosieguo della gara. Per gli altri concorrenti nel blocco A si fanno i nomi di Prima Tv del gruppo di Tarak Ben Ammar, oltre ad Europa 7, TivùItalia e H3G.
In palio, infine, anche una frequenza Dvb-T per la trasmissione sui cellulari. Secondo il Pd, che ha presentato un emendamento alla manovra per assegnare le frequenze con un’asta, dalla cessione onerosa potrebbero essere ricavati due miliardi. Il beauty contest è finito anche nel mirino delle associazioni di consumatori e delle tv locali, costrette a cedere alcune frequenze alle compagnie telefoniche. L’assegnazione gratuita decisa dal ministero discende dall’esigenza, dettata dall’Unione europea, di aprire il mercato a nuovi operatori, condizione per chiudere la procedura d’infrazione aperta nel 2006 nei confronti dell’Italia. Secondo gli operatori minori, però il mercato difficilmente diventerà più concorrenziale, anche perché le frequenze destinate a Rai e Mediaset vengono considerate le migliori, in quanto coprono l’intero territorio nazionale (ma secondo la delibera dell’Autorità tutte le frequenze coprono l’80% del territorio) e non risentirebbero di interferenze. Difficile stabilire i tempi per l’assegnazione dei multiplex, che non potranno essere venduti a terzi per cinque anni dalla data dello switch off digitale. Dopo la pubblicazione dei nomi dei concorrenti, verrà nominata una commissione di tre componenti, che si avvarrà di un advisor. I tempi della procedura varieranno in funzione del numero delle domande, ma è presumibile che il lavoro venga concluso ad inizio 2012.