L’Associazione Stampa Umbra e l’Ordine dei giornalisti dell’Umbria apprezzano lo sforzo compiuto dalla Regione Umbria per tutelare l’emittenza televisiva locale in questa delicata fase di transizione verso la tecnologia digitale terrestre. E’ quanto si legge in una nota congiunta. L’impegno assunto dall’assessore alle infrastrutture immateriali, Stefano Vinti, e concordato all’interno del Tavolo tecnico regionale, ha prodotto un bando per il sostegno delle imprese televisive sotto il profilo degli investimenti in infrastrutture tecnologiche, oltre che per l’acquisizione di servizi di consulenza tecnica necessari ai fini dell’adeguamento al sistema digitale.
Tale provvedimento, che ammonta a circa 300 mila euro, se pur di entita’ inferiore rispetto alle cifre annunciate, rappresenta un valido sostegno ad un settore economico fragile e compromesso dalla crisi. E’ indubbio – proseguono Asu e Odg – che la sfida piu’ significativa per la sopravvivenza delle tv locali si giochera’ sul tema della qualita’ dei palinsesti che, ad oggi, vedono pochissima autoproduzione e scarso impegno sul fronte degli investimenti in risorse umane e professionalita’. In Umbria, per vincere la sfida della qualita’ e’ necessario salvaguardare la base produttiva ed editoriale delle emittenti locali.
Pertanto e’ necessario che provvedimenti e provvidenze, come quelle previste a sostegno dell’adeguamento tecnologico, debbano essere ancorate al mantenimento, se non all’incremento, della base produttiva e editoriale. Tutelare l’occupazione e incentivare la professionalita’ dei giornalisti e delle maestranze all’interno delle redazioni rappresentano le uniche garanzie di successo per assolvere la funzione sociale che le emittenti dovrebbero svolgere, specie a livello locale. L’Asu e l’Odg dell’Umbria invitano la Giunta regionale a valutare tale ipotesi, richiamando il principio gia’ applicato dal Corecom in fase di attribuzione di provvidenze ai sensi dell’articolo 45 della legge 448/1998. A tale riguardo si invita il Corecom a dare seguito a verifiche che possano avvalorare le dichiarazioni sulla presenza effettiva di giornalisti impiegati. Come e’ noto tale condizione permette alle emittenti di poter accedere alla graduatoria dei soggetti finanziabili anche in proporzione al numero e alla qualita’ dell’occupazione. In Italia, fino a qualche anno fa, il destino dell’emittenza locale sembrava avviato a un inesorabile declino, a causa dei costi di gestione crescenti, delle scarse entrate pubblicitarie e della bassa qualita’ della programmazione. Ad oggi, secondo recenti studi di settore, mentre la tv generalista vive una fase di stagnazione, l’emittenza locale ha raddoppiato, in un decennio, il suo fatturato pubblicitario (anche se in Umbria non si e’ registrata la stessa performance, anzi, in 10 anni hanno chiuso i battenti ben 5 emittenti).
Il valore in termini di quota d’ascolto delle tv locali italiane si aggira intorno al 6,6% nel giorno medio (1,5 mln di spettatori in valori assoluti). Il digitale terrestre pero’ rischia di inficiare questi risultati a causa, innanzitutto, della difficolta’ di sintonizzazione dei canali e della numerazione sul o sui telecomandi, cosa da non sottovalutare specie per le persone anziane. Nel mare magnum della nuova offerta televisiva digitale le locali risentono fortemente anche di una vertiginosa caduta degli ascolti e una conseguente riduzione degli introiti pubblicitari, specie nel campo delle televendite.