E’ quanto hanno spiegato, nel corso di un incontro con la stampa, i lavoratori coinvolti nella ristrutturazione, affiancati da rappresentanti sindacali i quali hanno chiesto che “la politica scenda in campo per difendere questa voce del territorio che scompare”.
L’editore, da parte sua, ha motivato la decisione con un “calo di introiti pubblicitari fra il 60% ed il 70% correlato alla perdita di aree di ricezione seguita all’introduzione del digitale terrestre”.
“C’è stata una pianificazione delle frequenze assurda – ha detto Osti – e mi sento tradito dal ministero delle Telecomunicazioni”.
Per quanto riguarda la prosecuzione dell’attività editoriale, la proprietà ha precisato che “saranno trasferite a Padova tutte le programmazioni, compreso lo spazio che da anni viene dedicato al Treviso calcio”.