Il Direttore Generale del Censis Massimiliano Valerii è stato intervistato questa mattina in diretta su RTL 102.5 all’interno di Non Stop News, per dare qualche anticipazione sull’indagine sulla Radiovisione svolta proprio dal Censis e che è stata pubblicata oggi.
“La radio è il mezzo di comunicazione di massa più antico che possediamo, le prime trasmissioni risalgono al 1924, ma ha mostrato una straordinaria capacità di rigenerarsi e di risintonizzarsi sugli stili di vita degli italiani che nel frattempo sono molto cambiati. Con l’arrivo dei dispositivi digitali la programmazione radiofonica è stata capace di fluire di fatto su ogni vettore e di cambiare pelle e fondersi anche con gli altri mezzi a cominciare dagli schermi e lo schermo per antonomasia, il televisione. Con il termine Radiovisione intendiamo la possibilità del simulcast crossmediale, vuol dire che lo stesso contenuto può essere fruito dagli utenti attraverso qualsiasi piattaforma, qualsiasi dispositivo, in ogni luogo, in qualsiasi momento e questo rappresenta una capacità straordinaria della radio di arrivare agli utenti e grazie a questo ha mantenuto il suo appeal: oggi sono 41 milioni gli italiani seguono la radio, e di questi 19 milioni lo fa attraverso uno schermo e sono quasi 11 milioni che usufruiscono del messaggio radiofonico che si unisce al linguaggio visuale attraverso lo schermo della televisione e questo è un cambiamento davvero significativo”.
“Nel 2020 e 2021 c’è stata della domanda di informazione ma anche di intrattenimento che è cresciuta in maniera significativa e molti hanno cercato le informazioni su quello che stava succedendo in radio. Se c’è stata una flessione dell’ascolto dei programmi dall’autoradio, dovuto alle restrizioni che abbiamo subito, quindi alle limitazione della nostra mobilità, c’è stato invece un incremento dell’audience televisiva dei programmi radiofonici, è cresciuta dell’8%, un po’ per la forzata reclusione in casa e poi perché il linguaggio tradizionale della radio diventa ancora più forte ed efficace quando si fonde con il linguaggio visivo. Non a caso dalla nostra indagine, risulta che un’alta percentuale degli utenti ne sottolineano proprio questo aspetto, cioè la capacità di essere efficace nel diffondere i messaggi e di avere la possibilità che noi abbiamo di fare il nostro palinsesto su misura”.
Il futuro della radio e della Radiovisione
“In questo ultimo anno noi abbiamo vissuto un colossale esperimento di massa, uno switch al digitale anche da parte di quelle persone tradizionalmente più resistenti, tra lo smart working e la didattica a distanza, le video chiamate per tenersi in contatto con amici e parenti. Non c’è dubbio che avendo sperimentato l’efficacia e la facilità di utilizzo di un mezzo come la radio in tutte le sue forme, è difficile che si torni indietro. Quello che si prospetterà per il futuro è un rafforzamento della capacità di ognuno di fare individualmente il proprio mix: si tornerà a recuperare quote di utenza dall’autoradio, ma oggi abbiamo scoperto anche tutti i vantaggi che l’epidemia ci ha portato a conoscere che è quello di poter guardare le trasmissioni radio attraverso il televisore o lo smartphone”.