Su Sky Sport “I Signori del calcio – Saranno famosi” Marco Verratti, in esclusiva il centrocampista del Psg

Domani, sabato 29 settembre, alle ore 00.30 su Sky Sport 1 HD, appuntamento con “I Signori del Calcio – Saranno famosi”. Protagonista il centrocampista del Psg, ex Pescara, Marco Verratti. Di seguito gli estratti principali dell’intervista esclusiva.

Cosa rappresenta per te il calcio?

Il calcio per me è tutto. Tutto quello che ho fatto nel calcio lo ricordo benissimo, come se fosse successo ieri. Penso che quando si è bambini, giocare a calcio con i propri amici, con le persone che conosci sia una cosa fantastica, quindi è un ricordo bellissimo, che porto sempre nel cuore, e non lo scorderò mai. Sono un tifoso della Juve, tifosissimo, e il mio idolo è Del Piero. Ricordo quando la Juve vinse la Coppa dei Campioni con l’Ajax, Del Piero fece una Champions League fantastica, ricordo tutto di quell’anno.

Quest’estate sei stato vicino alla Juventus?

Non nego di essere stato vicinissimo alla Juve. Per me, come ogni altro ragazzo, andare a giocare alla Juve, che è una delle squadre più importanti d’Europa, sarebbe stata una cosa fantastica. Solo che non dipende solo da me, certe scelte non le faccio solo io, quando c’è un trasferimento ci sono le due società e il giocatore. Non abbiamo trovato l’accordo e, appena ho saputo che il PSG era interessato a me, ho accettato subito questa offerta. Molte persone dicono che io ho accettato l’offerta per i soldi, ma non sono andato a giocare in Arabia Saudita o in Cina, sono andato a giocare in una squadra che punta a vincere la Champions League, punta a vincere il campionato e punta a diventare una delle squadre più forti del mondo. Quindi sono felice di questa scelta, mi godo questo momento e spero di dimostrare che qui ci posso stare anche io.

Un aneddoto del passato

Ero agli ottavi di finale del campionato giovanissimi nazionali, ci fu il doppio confronto con il Milan e, quando siamo andati lì a giocare, a fine partita Braida voleva che rimanessi per fare le visite mediche. Per me il calcio è divertimento, a 16 anni non me la sentivo di cambiare tutta la mia vita, di perdere tutti i miei amici per giocare a calcio. Il Pescara faceva lo stesso campionato del Milan, stavo benissimo a Pescara, stavo migliorando moltissimo e non volevo proprio andarmene dalla squadra della mia città.

Sugli allenatori che hai avuto

Ho avuto molti mister bravi. Galderisi, che mi ha portato in prima squadra e mi ha fatto esordire tra i professionisti, è un mister che mi ha insegnato tanto. Lo stesso Di Francesco mi ha dato fiducia, facendomi giocare in serie B e anche lui mi ha insegnato tanto. Prima di Zeman è stato lui a cambiarmi la posizione da trequartista a centrocampista. Lui diceva che in quel ruolo assomigliavo a Pizarro e che quello sarebbe stato il mio ruolo. Poi, con Zeman diciamo che ho avuto la consacrazione finale, grazie anche al fatto di aver avuto meno infortuni dell’anno precedente. Se sono qui penso che in gran parte sia grazie a lui.

Ti fa piacere avere tutte queste attenzioni?

Sono sicuramente felice di avere tutte queste attenzioni, ma non mi importa molto del resto, non sento la pressione, vado in campo come se andassi a giocare a calcetto con i miei amici e cerco di dare sempre il massimo. Po ci sono partite che possono andare bene, partite che posso giocare male, però ogni partita la gestisco nello stesso modo, per me non cambia giocare a Pescara o al PSG o a Manoppello, per me è la stessa cosa. Giocare con Ibra e Thiago Silva è come giocare con i miei ex compagni di Pescara o con i miei amici di Manoppello, perché il calcio è un divertimento e con loro riesco solo a divertirmi ancora di più.

Su Prandelli e la Nazionale

Il c.t. lo conosco poco, sono stato poco a Coverciano, mi ha convocato due volte e l’ultima volta ho fatto la mia prima presenza con l’Italia. Però già si vede che è un mister ben preparato e che sa quello che vuole dalla sua squadra e penso che anche lui sarà molto importante per me. Il calcio italiano sta cambiando, diciamo che è finito un ciclo e si vede anche dalla Nazionale. Anche le squadre di club, squadre importanti come la Roma e altre ancora, stanno puntando sui giovani. La serie A è piena di giovani quest’anno e penso che sia molto importante per l’Italia. Anche per i ragazzi che guardano il calcio penso sia molto importante vedere molti giovani in serie A. Poi sono giovani che solo la carta d’identità dice che sono piccoli. Lo stesso Insigne, lo stesso Immobile per me possono giocare benissimo in serie A, perché sono dei veri e propri fenomeni.

Tornerai in Italia?

Per un italiano l’Italia è tutto, mi manca tutto. E poi la serie A è uno dei campionati più belli del mondo, lo è sempre stato e lo è ancora. Però ora ho questa possibilità di dimostrare le mie doti qui a Parigi, hanno puntato molto su di me e io spero di dimostrare, sia alla società che al mister, che hanno fatto la scelta giusta. Devo pensare a fare bene qua e poi un giorno sicuramente tornerò a giocare in Italia.

Sulla Serie A

Penso che sia una serie A molto equilibrata. Al primo posto c’è la Juventus, che come organico e giocatori penso sia la migliore. Però, penso che Roma e Napoli potrebbero fare delle brutte sorprese, soprattutto la Roma. Se devo dire due squadre, punto su Juve e Roma quest’anno.

Il tuo giocatore preferito?

Al primo posto c’è sempre Del Piero. E uno che seguo molto è Pirlo, perché penso che in quel ruolo sia uno dei più forti del mondo. Tutti i giovani vorrebbero ripetere quello che hanno fatto loro, ma non è possibile, ognuno ha le sue doti e le sue caratteristiche.

Come hai reagito quando hai saputo dell’offerta del Psg?

Quando l’ho saputo avevo fatto il primo allenamento col Pescara e il giorno dopo me ne sono dovuto andare. Ho preferito non fare più allenamenti col Pescara. Non è stata una scelta facilissima per me accettare questa offerta, anche se penso che alla mia età nessuno ci avrebbe pensato 2 volte. Sono stati due tre giorni, dovevano essere i più belli della mia vita e invece sono stati i più brutti, perché pensavo di dover lasciare tutti i miei compagni, Pescara, lasciare tutti i miei amici. Non è facile, quindi ho preferito starmene un po’ al mare da solo e quando ho fatto la scelta definitiva sono andato a salutare tutti i compagni. E anche lì è stato uno dei giorni più brutti della mia vita. Nel calcio possono succedere tantissime cose, possono succedere infortuni, può succedere che tra un anno mi rompo una gamba e non gioco più. Uno dei miei sogni da bambino è giocare la Champions League e quest’anno ho la possibilità di giocarla. Poi, la mia principale paura era di non trovarmi bene, passare di colpo a 19 anni da una realtà ad un’altra, con altri compagni di squadra. Pensavo di non trovarmi bene e invece devo dire che mi trovo benissimo, anche fuori dal campo con gli altri e sono contentissimo della scelta che ho fatto. Anche se Pescara già mi manca.

Su Ancelotti

Ancelotti è una grandissima persona, un grandissimo uomo e anche un grandissimo allenatore, perché nella sua carriera ha vinto moltissimo. Con la mano del mister, riusciremo a giocare, a vincere e a convincere la gente.

Sulla crisi del calcio italiano

Gli addii di Ibra e Thiago Silva sono la prova che viviamo un momento di crisi, ma penso che l’Italia in un momento di crisi dia sempre qualcosa in più, come nei Mondiali del 2006. Negli stessi Europei dicevano che l’Italia non avrebbe passato il girone e invece ha fatto un grandissimo calcio. Peccato per la finale, ma la Spagna era più forte. Abbiamo battuto squadre come la Germania, l’Inghilterra e nessuno se lo aspettava che saremmo arrivati lì. Quindi spero che sia finito un ciclo e che ne ricominci un altro, con molti giovani nelle squadre.

Quali sono i tuoi obiettivi?

Non mi sono mai fissato obiettivi , ho sempre pensato ad allenarmi giorno per giorno e penso che solo così posso dimostrare qualcosa e far capire al mister che può contare su di me. Io ovviamente ci spero, perché penso che sia un sogno per un ragazzo giocare un Mondiale con la propria Nazionale. Ma come dicevo prima penso giorno per giorno e a dare il massimo sempre. E poi vedremo.

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