Negli anni ‘80, il rally divenne più popolare della Formula I. Questa è la storia di come tifosi, ambizione, politica e macchine entrarono in collisione.
Per quattro folli e sfrenati anni, Lancia, Peugeot, Audi e Ford gareggiarono tra loro per produrre una nuova categoria di macchine dalle performance estreme. Le cosiddette “Gruppo B” avrebbero dovuto conquistare il mondo…
Non curanti delle regole, furono le prime macchine a calcare le scene degli sport motoristici.
I piloti più famosi avevano l’arduo compito di mantenere i veicoli saldi su asfalto, ghiaia e neve, ma più le macchine diventavano potenti più la sicurezza veniva messa da parte. Nel 1984, Ari Vatanen ebbe un incidente nel rally di Corsica. L’anno seguente, l’automobilista della Lancia, Attilio Bettega, urtò un albero e rimase ucciso all’istante.
Nonostante l’alta velocità, gli spettatori potevano accedere alle piste. Le auto avrebbero percorso vicoli a pochi millimetri da una marea di gente. Partecipare a gare di coraggio a bordo di queste pericolosissime macchine divenne un gioco che si diffuse incredibilmente a livello mondiale. I tracciati erano talmente lunghi da rendere impossibile il controllo su tutta l’area.
Nel 1986, il campione e pilota portoghese della Ford Joaquim Santos toccò la sabbia in curva ad oltre 128km orari nel tentativo di evitare qualcuno che stava attraversando la pista. Perse il controllo e piombò sulla folla. Mentre le ambulanze e i soccorsi cercavano di raggiungere le persone rimaste urtate, gli organizzatori permisero alle macchine di continuare a correre in pista.
Fu solo dopo due terribili incidenti che la pazzia del Gruppo B giunse al capolinea. In mancanza di estintori, quando Marc Surer prese fuoco si pensò necessariamente di gettarlo in un ruscello, mentre Henri Toivonon e il suo co-pilota furono trovati bruciati vivi in fondo ad un pendio. Pochi mesi dopo, queste auto vennero bandite per sempre.
Domenica 24 Febbraio alle 21:00 su BBC Knowledge (canale 332 Mediaset Premium)