La serie di J.J. Abrams ha ricevuto consenso un’anime dalla stampa nazionale da Aldo Grasso sul Corriere della Sera (“Ancora una volta J.J. Abrams ci regala una delle sue saghe fatte apposta per scalfire le nostre certezze, la nostra comprensione razionale dei fatti”) ad Antonio Di Pollina de la Repubblica (“J.J. Abrams creatore di Lost nonchè di Fringe, è tornato con una scommessa folle: richiamarsi a Lost senza farlo pesare”).
Da Maurizio Caverzan de Il Giornale (“annunciata come evento dell’anno ha gli ingredienti giusti per risultare avvincente”) a Paolo Calcagno de l’Unità (“Si avviterà come un pitone al nostro immaginario”).
Da Francesco Specchia de Libero (“Rovescia l’idea elementare di bene e di male alla base di ogni detection”) a Piero Degli Antoni de Il Giorno (“Gli appassionati di telefilm andranno presumibilmente in brodo di giuggiole”) e Federico Pontiggia de Il Fatto Quotidiano (“Vi ricordate Lost? Cambiate latitudine e spostatevi su Alcatraz. J.J. Abrams è lo Steven Spielberg del terzo millennio”).
Da Daniele Bellasio de Il Sole 24 ore (“Se i personaggi ci sono ben si comincia”) a Mirella Poggialini dell’Avvenire (“Una caccia all’uomo che diventa anche esasperata esplorazione del tempo percorso. Le premesse ci sono tutte”) e da Costanza Rizzacasa D’Orsogna de Panorama (“Alcatraz è una metafora, un pretesto per esplorare attualissime tematiche esistenziali e dinamiche sociali”) a Massimo Tosti di Italia oggi (“Per gli appassionati del genere un appuntamento da non perdere”).