Cielo (DTT 26, Sky 126, TivùSat 19) propone il ciclo Pride, dal 7 al 28 giugno, ogni lunedì, alle ore 21.15, una rassegna dei primi quattro film diretti dall’ex enfant prodige del cinema canadese Xavier Dolan, un esploratore sensibile ed attento alle contraddizioni e alle problematiche relative alla diversità e alla sua accettazione, in un mondo irrazionalmente proiettato verso una normalità inesistente.
Il primo film, in particolare, “Ho ucciso mia madre”, in prima visione assoluta su Cielo lunedì 7 giugno, fu selezionato nel 2009 per la Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes, dove vinse tre premi: Premio Art Cinéma, Premio SACD e Premio Regards Jeunes, ed è l’opera che a soli 19 anni lo ha consacrato enfant prodige del cinema francofono. In questa prima opera ci sono già tutti i temi a lui cari: rapporti familiari, amicizia, amore senza confini di genere, la ricerca-scoperta della propria identità, racchiusi nel rapporto di amore e odio con la madre.
Il film, in parte autobiografico, mette in scena la lotta di Hubert per la propria indipendenza, un adolescente omosessuale interpretato da Dolan stesso che ha un rapporto conflittuale con la madre (Anne Dorval), dopo la separazione con il padre del ragazzo. Punto focale del film è la tensione che unisce madre e figlio, entrambi rinchiusi nel proprio egoismo creano una rappresentazione drammatica ed estremizzata del rapporto genitore e figlio, un rapporto in fieri, sempre alla ricerca di nuovi equilibri.
Nel 2011 è la volta di “Gli amori immaginari”, che Dolan scrive, dirige e interpreta e che Cielo propone, in prima visione, lunedì 14 giugno, sempre in prima serata. Storia di amicizia e amore in un trio di ragazzi, ancora una volta siamo di fronte a passioni trattenute che finiscono per esplodere. Presentato nella sezione “Un Certain Regard” della 63° edizione del Festival di Cannes il regista mette in scena un triangolo amoroso che affonda le sue radici nella Novelle Vague, muovendosi agilmente tra i toni del melodramma e quello della commedia. “Gli amori immaginari” appare come la pellicola più leggera del regista canadese anche se nasconde una profonda riflessione sulla percezione dell’amore da parte degli stessi innamorati, inclini a fantasticare su ciò che non ha riscontro nella realtà.
Il lunedì successivo, 21 giugno, Cielo propone “Laurence Anyways e il desiderio di una donna…”, pellicola del 2012, sempre in prima visione assoluta, che ha partecipato al Festival di Cannes 2012 nella sezione Un Certain Regard e ha vinto la Queer Palm ed il premio miglior attrice (Suzanne Clément). Il giovane regista racconta la parabola emotiva di un trentenne che nel 1989 decide di diventare donna affrontando lo scontro con la sua famiglia e con la società. “Laurence Anyways” esprime il segreto di una vita piena: poter essere se stessi liberandosi dalla sovrastruttura delle categorie per arrivare a mostrare quell’essenza che rende insostituibili le persone che amiamo. Film intenso e bellissimo che rappresenta il coraggio di uscire dagli schemi, alla ricerca della propria dimensione ideale.
L’omofobia è di nuovo al centro di “Tom à la ferme” (2013), quarto film del giovane cineasta che Cielo propone lunedì 28 giugno, in prima visione assoluta. Con questa pellicola il regista descrive un amore drammatico, l’angoscia che oltrepassa la relazione tra Guillaume e Tom e diventa universale. In questo adattamento dell’omonima pièce di Michel Marc Bouchard il protagonista, Tom, un giovane pubblicitario, arriva in piena campagna per partecipare al funerale del suo compagno Guillaume, deceduto in un incidente stradale, per scoprire che nessuno conosce la sua vera identità e la sua relazione con il defunto. Finirà vittima delle angherie del fratello maggiore di quest’ultimo, Francis, che gli imporrà un macabro gioco per proteggere la madre, inconsapevole dell’omosessualità del figlio morto, e l’onore della famiglia.
Tra i due si instaura un gioco di specchi che proietta immagini in diverse direzioni, da una parte c’è la necessità di proiettare messaggi accettabili alla comunità contadina, dall’altra ci sono i ricordi che ognuno di loro vorrebbe custodire e divulgare, Tom quello del suo amore per Guillaume, Francis quello di un fratello eterosessuale. Il regista mette in scena una famiglia che non esiste, è solo un nucleo deviato che di quella mantiene la parvenza.
L’appuntamento con “Pride” si arricchisce in seconda serata con una rassegna di documentari, in prima visione assoluta, che esplorano le declinazioni del gender in tutti i suoi aspetti. Lunedì 7 giugno sarà la volta di “Bixa Travesty: la voce di Linn” del 2018 di Kiko Goifman e Claudia Priscilla, in prima visione assoluta, vincitore del prestigioso Teddy Award alla Berlinale 2018 come Best Documentary Film, un’opera che racconta la vita, l’arte e le battaglie di Linn Quebrada, una “terrorista del gender” in grado in 75 minuti di abbattere i retaggi politici culturali e storici riguardo al sessismo, il razzismo e il gender role, il tutto in un alternarsi di scene di vita quotidiana, performance e repertori audiovisivi. Il suo essere trans significa rompere le catene dei luoghi comuni e delle etichette attraverso una mente e un corpo, rappresentazioni di due differenti generi ma che nonostante questo non divergono, anzi si accolgono e si influenzano reciprocamente. Un ritratto di una persona in grado di viaggiare attraverso le forme del genere e della sessualità scegliendo di essere sé stessa, nelle sue molteplici sfumature.
Seguirà, lunedì 14 giugno, “Man Made: costruisci te stesso” del 2018 di T Cooper, in prima visione assoluta, vincitore del premio della giuria all’Atlanta Film Festival 2018 come Best Documentary Feature, un toccante ritratto della vita di quattro atleti transgender che gareggiano alla Trans Fitcon di Atlanta, unica competizione al mondo per trans-bodybuilding.
Lo sport rappresenta la matrice comune delle quattro storie, unisce i protagonisti di quest’opera, passa però gradualmente in secondo piano con l’avanzare della storia lasciando spazio ai drammi personali, trasformandosi in un veicolo attraverso cui affrontare il faticoso ed estenuante percorso di auto-realizzazione e accettazione che ognuno dei quattro partecipanti alla competizione deve compiere.
Lunedì 21 giugno Cielo propone “Né Eva, Né Adamo – una storia intersessuale” (Aka No Box for me. An intersex story) del 2018 di Floriane Devigne, in prima visione assoluta, la storia di “M” e Deborah, entrambe nate intersessuali, come 1.7% della popolazione mondiale. Questa condizione genetica rende impossibile la classica distinzione di genere, maschio o femmina. Per “M”, come per molte altre come lei, crescere con questa patologia ha significato sottoporsi in tenera età ad una operazione chirurgica non necessaria per “normalizzare” il proprio corpo trasformandola di fatto in un maschio. “M” cerca supporto on-line fino a quando incontra Deborah, che le svela cosa si cela dietro il termine clinico intersessualità, tra le due nasce un profondo legame che le spinge a cercare di riappropriarsi del proprio corpo e ad esplorare la propria identità, rivelando così i limiti delle visioni binarie di sesso e gender.
Lunedì 28 giugno la rassegna dedicata a Pride si completa con il film cult, per la prima volta sul piccolo schermo, “Querelle De Brest” del 1982 di Rainer Werner Fassbinder, opera che fu presentata a Venezia ed uscì nelle sale postuma di oltre 4 mesi, in seguito alla morte del regista per overdose nel giugno 1982. Tratta dall’omonimo romanzo scandalo di Jean Genet, racconta la storia di Querelle, marinaio tanto bello quanto oscuro e contraddittorio nelle scelte di vita che lo assillano, equivoche, seducenti e inconfessabili e difficili da accettare persino per se stesso. Consapevole del proprio bell’aspetto, Querelle si appaga a venir considerato un oggetto di desiderio dai marinai suoi pari e dagli ufficiali, da poliziotti corrotti, da assassini, e da Lysiane, tenutaria insieme al marito del più noto bordello della città di Brest, Feria. La morte dell’amore e del sacrificio fisico e morale, il vuoto come unico miraggio di un orizzonte fasullo sono i veri protagonisti di “Querelle di Brest”, resi perfettamente nelle parole di Lysiane (Jeanne Moreau), unico essere umano a provare ancora sentimenti che vadano oltre la pura bramosia carnale, nel titolo del suo più celebre pezzo “Each man kills the things he loves”.
Ecco nel dettaglio la programmazione del ciclo “Pride”:
– Lunedì 07 giugno alle ore 21.15: HO UCCISO MIA MADRE (Aka J’ai tué ma mère) del 2009 di Xavier Dolan in prima visione assoluta
– Lunedì 7 giugno in seconda serata: BIXA TRAVESTY: LA VOCE DI LINN del 2018 di Kiko Goifman, Claudia Priscilla in prima visione assoluta
– Lunedì 7 giugno, a seguire: 120 BATTITI AL MINUTO del 2017 di Robin Campillo
– Lunedì 14 giugno alle ore 21.15 = GLI AMORI IMMAGINARI (Aka Les amours imaginaires) del 2010 di Xavier Dolan in prima visione
– Lunedì 14 giugno in seconda serata = MAN MADE: COSTRUISCI TE STESSO del 2018 di T Cooper in prima visione assoluta
– Lunedì 14 giugno, a seguire: UNA FAMIGLIA IN TRANSIZIONE del 2018 di Ofir Trainin
– Lunedì 21 giugno alle ore 21.15: LAURENCE ANYWAYS E IL DESIDERIO DI UNA DONNA… del 2012 di Xavier Dolan in prima visione
– Lunedì 21 giugno in seconda serata: NÉ EVA, NÉ ADAMO – UNA STORIA INTERSESSUALE (Aka NO BOX FOR ME. AN INTERSEX STORY) del 2018 di Floriane Devigne in prima visione assoluta
– Lunedì 21 giugno, a seguire: GRETA del 2019 di Armando Praça
– Lunedì 28 giugno alle ore 21.15: TOM À LA FERME del 2013 di Xavier Dolan in prima visione
– Lunedì 28 giugno, in seconda serata: QUERELLE DE BREST del 1982 di Rainer Werner Fassbinder in prima visione
– Lunedì 28 giugno, a seguire: SHORTBUS – DOVE TUTTO È PERMESSO del 2006 di John Cameron Mitchell