Classica Tv, unico canale opzionale italiano (canale 728 della piattaforma Sky, costo mensile 8,72 euro e annuo 102 euro) dedicato alla musica colta, celebra le feste natalizie mettendosi in chiaro. Sarà visibile a tutti gli abbonati Sky dal 20 dicembre al 2 gennaio. È il terzo anno che viene lanciata questa promozione. «L’iniziativa ha un effetto positivo sugli abbonamenti, vedendo il Canale la gente è stimolata a sottoscriverlo» – commenta Piero Maranghi, 41 anni, amministratore delegato e direttore editoriale della rete, nonché attivissimo ed eclettico imprenditore gastonomico ed editore, ultimo dei quattro figli del banchiere Vincenzo Maranghi (delfino di Enrico Cuccia e fino al 2003 amministratore delegato di Mediobanca) scomparso nel 2007.
Piero Maranghi, editore e imprenditore gastronomico da 10 milioni di euro
Gli abbonati
«Ovviamente una promozione di questo tipo si può fare solo una o due volte l’anno. Ma comunque, non mai ricevuto una lettera di protesta dagli abbbonati per questo. Possiamo permetterci di farlo senza scontentare i nostri abbonati che sono una delle nostre più grandi risorse», spiega Maranghi. Gli abbonati attuali di Classica sono 35mila (con 100 mila spettatori sparsi su tutto il territorio nazionale), il loro numero è cresciuto costantemente per un lungo periodo, con la crisi si è stabilizzato. «È un canale – spiega Maranghi – che dimostra di essere anticiclico: rimane stabile anche in periodi di crisi». Si tratta di un pubblico, selezionato, colto, di estrazione medio-alta che può soddisfare la passione per la musica, grazie ad una programmazione giornaliera di 24 ore e a 360 gradi, che spazia dall’opera lirica ai documentari, dai filmati d’archivio con i più grandi direttori e interpreti della storia della musica ai concerti, dai speciali monografici alla danza).
Il rapporto con il pubblico
Classica ha un rapporto costante, diretto, intenso con il suo pubblico. Ogni mese arrivano oltre 1500 tra lettere ed email con richieste di questo tipo: «Buongiorno, sono un’abbonata al vostro bellissimo canale. Sono a chiederVi se potete trasmettere nuovamente Manon di Massenet con Renèe Fleming, e di rivedere A Santa Cecilia di Mark Minkowski». Oppure: «A giugno mi è fallita la registrazione del concerto dell’orchestra Bolivar diretta da Abbado (Prokofiev/Berg/Ciaikowski ) ma da ciò che ho potuto sentire si tratta di un evento rara bellezza. Vi chiedo, se ciò è possibile, di replicare prossimamente detto concerto. Grazie comunque e cordialità».
Si apre con Bolle
«Quest’anno – prosegue Maranghi – il periodo di chiaro (20 dicembre-2 gennaio) è caratterizzato da appuntamento molto forti, popolari. Ci sembrava giusto offrire a un pubblico così vasto, qualcosa che non fosse solo per addetti ai lavori. Infatti si parte con un nuovissimo documentario dedicato all’etoile Roberto Bolle e al personaggio bello e drammatico, l’Onegin di John Cranko, che il ballerino ha aspettato molti anni di poter interpretare».
Emma Dante, Augias, Barenboim
Sempre Maranghi: «Avremo come ospiti in studio anche Emma Dante (21 dicembre), la regista di prosa che si è cimentata con il teatro d’opera per la prima volta l’anno scorso mettendo il scena la Carmen di Bizet che aveva aperto la stagione della Scala». E ancora Corrado Augias (27 dicembre) che «quest’anno per il bicentenario di Chopin ha offerto in tanti teatri la sua visione e ha reso partecipi gli spettatori della vita del musicista». C’è anche il documentario (23 dicembre) sulla recente tournéee dellaScala al teatro Colòn di Buenos Aires con Daniel Barenboim: un modo non solo per vedere l’orchestra scaligera in trasferta in un teatro così importante, ma soprattutto un modo per capire quanto gli italiani e quindi la musica e l’opera siano importanti nella società argentina. «È un video che ho prodotto con entusiasmo e che mi ha dato moltissimo», racconta Maranghi. Verrà inoltre ritrasmessa la Carmen che avevamo dato in prima l’anno scorso e, infine, il 31 dicembre, alle cinque e mezza in diretta dal Teatro dell’Opera di Dresda il concerto di capodanno di Christian Thielemann con arie tratte da La vedova allegra, un modo frizzante di chiudere l’anno». Prima di questo, un altro appuntamento importante, il concerto di Gustavo Dudamel alla Salpetriere di Parigi, una produzione francese acquistata da Classica.
La diretta della Scala
Quest’anno, per la prima volta dopo tre anni di diretta, è saltato l’appuntamento di Classica con la prima della Scala che la Rai ha gestito in esclusiva, grazie al suo nuovo canale tematico Rai5, lanciato in concomitanza con il digitale terrestre. Ancora Maranghi: «È chiaro che non sono stato molto contento che dopo tre anni la Rai non ci abbia più venduto la diretta. Non mi illudevo che potesse continuare per troppo tempo. Trovo abbastanza naturale che un’azienda che spende così tanto per produrre quei filmati li voglia trasmettere sui suoi canali», spiega Maranghi che, al momento, ritiene l’offerta di Rai5 non alternativa a Classica, ma potenzialmente aggiuntiva, un modo per creare nuova utenza. «Chi ha desiderio di musica classica non aspetta dieci giorni, un mese per soddisfarlo. È abbastanza naturale che dopo aver assaggiato il canale generalista, l’utente arrivi poi da me». Ma non sono tutte rose e fiori. «Certo – sottolinea- se Rai 5 ci portasse via 10 mila abbonati, allora per noi ci sarebbe un problema di sopravvivenza. In tal caso avremmo un’azienda gestita in modo improbabile e con criteri puramente politici che metterebbe in difficoltà un prIvato che sta sul mercato e che si sforza di far quadrare in conti».
Classica sta bene su Sky
Classica, per come è strutturata, oggi, secondo Maranghi, può stare solo sul Sky: «È l’unica piattaforma che ci permette di avere libertà editoriale assoluta e numeri economici confortanti. Se dovesse andare, con le attuali soglie di ingresso, sul digitale terrestre e se dovesse vivere solo di pubblicità e non di quote di abbonamento, Classica farebbe molta fatica». Con la crisi anche Classica ha accusato una piccola flessione, ma il rapporto con Sky resta solido. Aggiunge Maranghi: «Con Sky si ha la sensazione di avere a che fare con un’azienda molto attenta alle dinamiche del mercato televisivo, ai cambiamenti. C’è stata ubriacatura, come sempre, per il digitale terrestre, come tutte le cose nuove. Di fatto Sky Italia è stata molto reattiva, pur operando in un contesto difficile e dovendo combattere oggettivamente con un unico grande concorrente: Rai e Mediaset che hanno sostanzialmente lo stesso padrone, il premier Silvio Berlusconi, nonché padrone di Mediaset».
Fonte: Il Sole 24 ore