In occasione della Festa della Mamma, Diva Universal (SKY – Canale 128) dedica una puntata speciale di “Donne nel mito” alle eroiche “Madri di Plaza de Mayo”, vittime dell’immensa tragedia che ha segnato l’Argentina di fine anni ‘70: un’intera generazione – oltre 30.000 uomini, donne e bambini – cancellata per mano della dittatura argentina.
Attraverso interviste esclusive alle coraggiose madri coinvolte nella vicenda e con il contributo di storici, giornalisti e di Ottavia Piccolo (protagonista dello spettacolo teatrale “Buenos Aires non finisce mai”), il Canale racconta l’eroica lotta di un’associazione che da più di trent’anni suscita l’ammirazione del mondo intero.
L’appuntamento con “DONNE NEL MITO – LE MADRI DI PLAZA DE MAYO” è per domenica 13 maggio alle ore 21.00.
“Le madri di Plaza de Mayo”, devono il loro nome all’omonima piazza di Buenos Aires, dove queste donne si riunirono per la prima volta il 30 aprile 1977 per rivendicare la scomparsa dei loro figli, i desaparecidos, ovvero i dissidenti uccisi durante la dittatura militare in Argentina, tra il 1976 e il 1983. Il loro emblema, un fazzoletto bianco annodato sulla testa, è anche un simbolo di protesta, che in origine era costituito dal primo pannolino di tela, utilizzato per i loro figli neonati.
Donne nel mito è la serie di brevi pillole prodotte da NBC Universal Global Networks Italia per svelare l’altra parte della storia, quella scritta dalle donne, rivelata dalle sue protagoniste: da Lady Diana a Maria Callas, da Jacqueline Kennedy a Margaret Thatcher. Vite straordinarie ed intense di figure femminili che hanno saputo toccare i cuori e suscitare l’ammirazione del mondo. Un compendio dedicato alle donne di sempre e raccontato con l’eleganza che contraddistingue il Canale.
DONNE NEL MITO – LE MADRI DI PLAZA DE MAYO
L’Argentina: terra di pace, libertà e giustizia. Così, dopo il colpo di stato del 1976 i militari al governo presentano il paese al mondo intero. I generali Jorge Rafael Videla, Emilio Eduardo Massera e Orlando Ramòn Agosti, capi dell’esercito, della marina e dell’aeronautica, danno inizio a un processo di riorganizzazione nazionale. Tuttavia, dietro “la facciata democratica” si nasconde un sistema di repressione violenta e spietata. Ha così inizio una delle fasi più cupe della storia argentina: la cosiddetta “guerra sporca”. La giunta militare arresta e tiene illegalmente prigionieri in centri clandestini di detenzione moltissimi giovani, che tortura e assassina impunemente facendone poi sparire i corpi nella più assoluta segretezza (da cui il nome di “desaparecidos”, letteralmente “scomparsi” in spagnolo).
Molte madri vedono quindi rapire e sparire per sempre i loro figli: “Queste donne – racconta la giornalista Daniela Padoan – avevano un’idea dell’ordine costituito. Improvvisamente tutto questo scompare. I loro figli vengono sottratti. Non tornano più a casa. Loro cominciano a rivolgersi a chiunque abbia l’autorità di aiutarle. Poco a poco scoprono di trovarsi in un grande inganno.”
Nell’assordante silenzio che le circonda, tre madri fondano un’associazione per dare sostegno ai parenti delle persone scomparse e aiutarsi a vicenda nelle ricerche. Sono: Azucena Villaflor, Esther Ballestrino e Maria Ponce e organizzano le prime riunioni nelle loro case private e in chiesa.
Il loro nome è originato dalla celebre piazza di Buenos Aires, Plaza de Mayo (davanti la Casa Rosada di Buenos Aires, sede del governo), dove queste donne coraggiose si riuniscono ogni giovedì pomeriggio per manifestare.
La dittatura militare vede in loro un pericolo e decide quindi di ostacolarle con gli strumenti della propaganda e della repressione: le Madri fondatrici, Azucena, Esther e Maria, come i loro figli prima di loro, vengono rapite e uccise. I loro corpi, come quelli di tanti desaparecidos, vengono fatti sparire attraverso i tristemente famosi “voli della morte”. Come racconta Ottavia Piccolo: “La dittatura argentina è stata ovviamente una dittatura maschile, non c’era una moglie, non si vedeva nulla di femminile.”
Nonostante tutto, le Madri non si danno mai per vinte e trasformano il dolore personale e l’isolamento pubblico in fame di verità e giustizia. Il loro slogan è inequivocabile: “I nostri figli ci hanno partorito e noi continueremo il loro lavoro.” La Madri condividono gli ideali dei propri figli e agiscono come loro, instancabilmente, in difesa della vita, della convivenza civile e dei diritti dei più deboli.
Con il ritorno alla democrazia, si aprirono indagini e processi su torture, rapimenti e omicidi avvenuti sotto il regime militare. In linea con la strategia diplomatica internazionale, nel 1987 il governo di Raul Alfonsìn approva due leggi che permettono una soluzione sbrigativa della vicenda dei desaparecidos: gli scomparsi, oltre 30.000 persone, sono dichiarati morti senza inchieste, alle famiglie è offerto un rimborso e una sostanziale immunità viene garantita a tutti i militari responsabili del genocidio politico dei desaparecidos.
Nel 2000 le Madres inaugurano a Buenos Aires un’università libera, rivolta ai giovani studenti e aperta a tutta la società civile. Nei ragazzi che la frequentano rivive, giorno dopo giorno, l’entusiasmo e la consapevolezza che con lo studio e il lavoro un mondo migliore è ancora possibile.