Il modo migliore per definire la non qualità delle trasmissioni in alta definizione è HD senza la H. La vicenda che vede protagonista la Spagna ha del grottesco. Poi, però, riflettendo con più attenzione, non possono non venire in mente evidenti similitudini con quanto accade in altre parti d’Europa. Italia compresa. Con la differenza che in Spagna, l’intervento delle autorità amministrative è stato tempestivo, se non simultaneo, alla messa in onda di immagini falsamente spacciate per alta definizione. Altrove, l’inganno prosegue da tempo senza soluzione di continuità.
Il governo iberico è stato chiaro. Dinanzi ai tentativi maldestri dei produttori di vendere sedicenti canali in HD, hanno fissato un preciso standard di trasmissione. L’intervento è giustificato non solo con la volontà di punire operatori disonesti. Lo scopo principale, specificano gli spagnoli, è la tutela dei telespettatori che devono essere informati sulla qualità delle trasmissioni del digitale terrestre.
In particolare, la norma prevede che solamente le immagini con una risoluzione a 720p sin dalla fase di produzione possono essere considerate in HD. In questo modo, i broadcaster sono messi dinanzi alle responsabilità delle proprie azioni e impossibilitati a proporre materiale scadente come se fosse in alta definizione.
La vicenda aveva coinvolto alcuni canali commerciali come Antena 3, La Sexta e Tele 5 dove il bitrate utilizzato è stato fra i 6 e i 7 Mbps su multiplex con capacità di 20 Mbps. Troppo poco, secondo l’esecutivo spagnolo. Il bitrate va elevato a un valore compreso almeno fra gli 8 e i 10 Mps per poterlo considerare di qualità HD.
Fonte: Webmaster Point