Una cometa rossa. È con un simbolo che si apre la seconda stagione di Il trono di Spade (Sky Cinema 1 HD, venerdì 11 ore 21.10): quello di una cometa color fuoco che attraversa i cieli di Westeros e Essos, il mondo immaginario creato dalla penna di George R. R. Martin. Non è un caso che i protagonisti di questa serie corale si ritrovino, nel corso del primo episodio, a guardare verso l’alto e a chiedersi il significato nascosto dietro questo fenomeno. La cometa rappresenta una ferita aperta, quella che la morte di Ned Stark, al termine della prima stagione della saga fantasy-medioevale, ci ha lasciato.
La volta celeste è sanguinante: è, infatti, giunto il momento della guerra. In sei rivendicano il trono di spade, in sei si preparano a organizzare la controffensiva. Chi in nome di un principio di legittimo diritto (come Daenerys, ultima discendente dei Targaryen, e i fratelli – rivali – Baratheon), chi mosso da sete di potere (la casata Greyjoy delle Isole di Ferro e l’attuale regnante Joffrey) e chi in cerca di giustizia (Robb Stark).
Come se non bastassero gli intrighi di corte, le battaglie epiche e le cospirazioni, nella seconda stagione de Il trono di spade anche il lato fantasy esplode. Nel primo capitolo della serie firmata da David Benioff e D. B. Weiss questo aspetto appariva in secondo piano, ma il climax ascendente è ormai iniziato.
Draghi, metalupi, ombre costellano ogni puntata. La magia torna a galla, quasi come se fosse stata “liberata” da Danaerys, la madre dei draghi, risorta dalle ceneri insieme a tre esemplari di una specie considerata ormai estinta da tempo. La seconda stagione è tratta dai romanzi di Martin intitolati Il regno dei lupi e La regina dei draghi. Lupi e draghi, appunto: due degli elementi più ricchi di significato che, da sempre, caratterizzano il mondo fantasy. E Il trono di spade di certo non si tira indietro.