Qual è il vero significato di un oggetto, al di là della sua funzione primaria? Che senso può assumere, al di là del suo uso, nella società moderna? Sono le domande che si pone “Questa non è una pipa – dizionario della contemporaneità”, il nuovo programma con Pietrangelo Buttafuoco in onda su Rai5 il mercoledì alle 22.45 a partire dal 2 novembre. Analizzando una serie di oggetti/concetti, la trasmissione, che prende il titolo dal celebre quadro di Magritte, prova a fare un ritratto originale e divertente della nostra società, con i suoi miti rapidi e facilmente degradabili. Gli oggetti/concetti di cui si parla sono di uso quotidiano ma hanno assunto un significato che va ben oltre le loro caratteristiche funzionali.
Dal cellulare, che è si un telefono portatile, ma che significa anche reperibilità continua, fine dell’anonimato, sintesi estrema e mutamento delle regole ortografiche con gli sms; al wonderbra, che è un reggiseno ma rappresenta il culto del corpo, la manipolazione, l’ibridazione uomo-macchina e il “posthuman”.
In ogni puntata Pietrangelo Buttafuoco invita ad una “lettura” dell’oggetto che trascende il concetto funzionale. “Questa non è una pipa” narra ciò che di invisibile c’è nel visibile e lo fa anche attraverso lo strumento del “Vox Populi”, termometro del comune sentire, e l’ “Ipse dixit” carrellata di opinioni di personalità della cultura e dello spettacolo che parlano, spesso in modo divertito e divertente, del loro rapporto con l’oggetto/concetto.
Il programma, di Pietrangelo Buttafuoco e Francesco Pontorno, con la regia di Tiziana Vasta, ha una veste grafica fortemente caratterizzante, giocata su toni e colori che richiamano l’arte di Fortunato Depero, e usa come set uno sfasciacarrozze di periferia, luogo che simbolizza efficacemente le rovine della modernità.
Protagonista della prima puntata è il telefono cellulare. Nelle successive il programma parlerà di wonderbra, wireless, kebab e raccolta differenziata e molti altri, fino ad arrivare ad un autentico mito moderno come la Coca-Cola.