A Torino un prete esaltato muore sul pulpito, ucciso dall’esplosione di un cero. Un secondo assassinio, quello di un maresciallo dei carabinieri, complica l’inchiesta. Un eccezionale Marcello Mastroianni, che riprende il ruolo del commissario Santamaria, già interpretato felicemente in La donna della domenica nel 1975, deve venire a capo della delicata indagine. Il giallo diventa così anche una serrata indagine di costume su Torino: una città rimasta sospesa tra passato e futuro, tra residui risorgimentali e inquietanti periferie industriali, dove il perbenismo si contamina con la trasgressione. Fruttero, torinese di nascita e legatissimo alla sua città, insieme all’amico di una vita Franco Lucentini, aveva capito e rappresentato Torino con una empatia profonda, reinventando la tradizione romanzesca della città, e suscitando l’interesse degli italiani verso la città fino a quel momento nota essenzialmente per la presenza dell’industria automobilistica. Appuntamento quindi da non perdere quello con A che punto è la notte, fra l’altro opera ultima di Nanni Loy, narrazione con cui Fruttero tinge di giallo con maestria una avvincente storia italiana, grazie alla sua straordinaria capacità di osservare il mondo con lucidità e ironia.