Lunedì 30 agosto, alle 21.20 su Rai 3, riparte la nuova stagione di “PresaDiretta” con otto grandi appuntamenti per narrare storie e denunciare ingiustizie. Si partirà con l’inchiesta dal titolo “Julian Assange, processo al giornalismo”, un racconto di Riccardo Iacona con Elena Marzano, Elisabetta Camilleri e Massimiliano Torchia, in cui si ricostruirà la storia di Julian Assange, il fondatore della piattaforma WikiLeaks. Il giornalista ed editore australiano che ha fatto conoscere all’opinione pubblica del mondo intero i video e i rapporti segreti sui crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti durante la guerra in Afghanistan e in Iraq e molte altre notizie clamorose. Un uomo che ha avuto il coraggio di svelare i segreti del Potere.
Dopo l’arresto da parte di Scotland Yard compiuto dentro l’Ambasciata dell’Ecuador, da due anni e mezzo Julian Assange è imprigionato in una cella di massima sicurezza di 9 metri quadrati a Londra, in attesa che si concluda il processo di estradizione intentato dagli Stati Uniti, dove rischia 175 anni di carcere. Con quali capi d’imputazione un giornalista si trova in prigione col rischio del carcere a vita negli Stati Uniti? Quali sono i segreti del potere – emersi con il lavoro di Assange e WikiLeaks – che hanno provocato una reazione tanto violenta? Cosa c’era di vero nell’accusa di aver stuprato due donne mossa da un Tribunale di Stoccolma? Cosa è successo davvero dentro i 40 metri quadrati dell’Ambasciata dell’Ecuador di Londra dove Assange ha vissuto rinchiuso per 7 anni?
A PresaDiretta, i fatti, le testimonianze e le interviste ai più importanti personaggi della vicenda, a cominciare da Stefania Maurizi, giornalista di inchiesta italiana, che ha lavorato su tutti i documenti segreti della piattaforma WikiLeaks, autrice di numerose inchieste sul caso e del libro “Il potere segreto.
Perché vogliono distruggere Julian Assange e WikiLeaks”. E poi Stella Morris, avvocato e compagna di Assange, che si batte per la libertà del suo compagno padre dei loro due figli, Nils Melzer, il relatore speciale delle Nazioni Unite sui reati contro la tortura, che da 20 anni si occupa di violazioni di diritti umani che ha usato parole durissime sul processo contro Assange, e l’ex Presidente dell’Ecuador Rafael Correa, che ha pagato un caro prezzo per essersi messo contro gli Stati Uniti dando protezione a Julian Assange.