La prima cosa da fare per rendere l’Italia un Paese normale è allontanare i politici dall’informazione. Finché noi giornalisti non ci indigneremo per questo vuol dire che saremo in una condizione di semilibertà. Con La7 al momento dell’accordo è venuta fuori una richiesta di poter sottoporre ogni nostra azione della trasmissione a verifiche del loro ufficio legale. Questo in violazione dei contratti che tutelano l’autonomia dei giornalisti”. E all’osservazione del conduttore che gli ha chiesto di giudicare gli altri giornalisti che accettano le regole del gioco Santoro ha replicato: “Gli altri sono giornalisti che cercano di svolgere il loro lavoro al meglio. Io posso permettermi di ribellarmi a condizionamenti che tutti i giornalisti subiscono in Italia, sanno benissimo di subirli ma non hanno la forza di portare in piazza questi elementi universalmente noti. Ma il problema esiste, io mi posso permettere grazie alla mia popolarità e alla mia età di affrontare un’avventura diversa. Io ci provo a forzare una situazione che tutti conoscono, che non ci lascia esprimere liberamente. Io lo faccio anche per gli altri, anche coloro che accettano questa situazione”. Una battuta poi sull’attualità, dopo che Berlusconi ha definito ‘porno cronisti’ coloro che hanno raccontato le feste a Palazzo Grazioli: “Io posso fare anche a meno delle intercettazioni – ha detto Santoro -, sarei un porno-cronista anche senza i materiali pornografici che Berlusconi spontaneamente fornisce alla cronaca, ma di fronte al fatto che ci sono intercettazioni di rilievo pubblico saremo costretti a pubblicarle con un atto di disobbedienza civile. Le intercettazioni sono sputtanamento? Dopo aver visto la Merkel e Sarkozy che sghignazzavano stiamo ancora a parlare di sputtanamenti? Mi sembra che siamo abbastanza sputtanati a livello mondiale”.