Il conduttore ex europarlamentare però, non se ne cura. A lui interessa continuare con il suo programma e se possibile avvicinarsi agli ascolti che faceva il giovedì sera su Raidue (medie altissime di share, quasi sempre vincitore del prime time. L’accordo con Murdoch è quasi fatto. Dopo Ferragosto ci sarà un altro vertice con i big di Sky per definire i dettagli, ma a settembre o al massimo ottobre lo rivedremo in onda. Si dirà: non c’è più la struttura della Rai alle spalle. Vero, ma l’inventore della docu-fiction ha pensato anche a questo. Incassata la buonuscita da mamma Rai pari a 2,3 milioni di euro, il papà di Annozero ha messo buona parte di quei soldi nella sua casa di produzione, la Zerostudio’s (in società con la moglie Sanja Podgayski, che ne è anche amministratore delegato). L’impresa dei coniugi Santoro è nata con la possibilità di operare senza limiti nel mondo della produzione editoriale multipiattaforma. Non a caso, già durante l’ultima puntata del suo show, ben sapendo che il rapporto con Viale Mazzini era alla fine, Michele si era detto disponibile a collaborare con l’azienda ma dall’esterno, cioè offrendo lui i suoi servizi come produttore di se stesso. Le famose docu-fiction che ama mandare in onda per condire le sue analisi e convincere i telespettatori sarebbero state il fiore all’occhiello di un’eventuale collaborazione con la tv di Stato pur dopo il divorzio consensuale, così come stabilito nella trattativa con l’ex direttore generale Mauro Masi.
Perché “Michele chi?” di fare le valigie e mollare l’azienda dove ha lavorato per una vita non ne aveva poi così tanta voglia. «Se la Rai mi vuole lo dica e io torno, mi basta solo un euro a puntata», è stato il grido di dolore del telemartire in uno dei suoi ultimi sfoghi. Ma il matrimonio si è sfasciato lo stesso. Poi è arrivato l’annuncio del trasloco a La7, sbandierato dagli amici della scuderia di Telecom Italia Media pronti ad accoglierlo a braccia aperte, però anche stavolta (era il 30 giugno), la trattativa si è interrotta bruscamente a causa di «inconciliabili posizioni riguardo alla gestione operativa dei rapporti fra autore ed editore», come disse Giovanni Stella, amministratore delegato del gruppo. Tradotto: Michele ha troppe pretese, resti dov’è.
Quindi da Stella in Cielo, ma non senza tuoni e fulmini. Santoro non chiude e perde un pezzo importante: La7 si prende l’inviato Corrado Formigli, con lui da anni, prossimo conduttore di Exit (ma il nome dovrebbe cambiare), produzione Magnolia. E ora si scommette: Formigli andrà in onda il giovedì sera, stesso giorno del suo mentore? Chissà.
L’ideatore di Samarcanda e del Raggio Verde potrà comunque sempre contare sulle stilettate dell’altro tele-protagonista di Annozero, Marco Travaglio. Anzi, il sodalizio con il vicedirettore del Fatto è più forte di prima, visto che il giornale diretto da Antonio Padellaro sarà coinvolto nel nuovo progetto santoriano con una quota di minoranza. Nessuno scambio di giornalisti, sia chiaro, semmai un logo che richiama al quotidiano, in procinto di lanciare la sua web-tv. Santoro ha già la sua squadra, una trentina tra autori e cronisti (sicuro anche il vignettista Vauro), tutti pronti a confezionare il programma nella sede romana della Zerostudio’s. E la nuova sfida su un canale ancora tutto da scoprire lo attrae, raccontano, soprattutto dopo le performances di Bologna al Paladozza (il 17 giugno per la Fiom e l’anno prima contro la legge-bavaglio), trasmesse in streaming in 150 piazze italiane. Talmente gasato da quel successo da volere sempre di più: Annozero in Cielo.