Per i suoi adepti è una religione che salva la vita, ma per chi non la conosce una setta controversa. Scientology ha milioni di fedeli in tutto il mondo, tra i sostenitori celebrità come Tom Cruise, John Travolta (entrambi finiti sui giornali per azioni gravissime commesse perché indotti dalla setta) e più recentemente Elisabeth Moss. Eppure molte persone hanno deciso di abbandonarla. E sono chiamate “i disconnessi”. Proprio come Leah Remini, attrice americana (The King of Queens) che nel 2013, dopo oltre trent’anni di appartenenza, ha deciso di “disconnettersi” perché, questa è l’accusa, Scientology avrebbe cercato di controllare ogni aspetto della sua vita.
Crime+Investigation (canale 118 di Sky) presenta, dal 24 settembre alle 22:55 la seconda stagione de La mia fuga da Scientology. A farci da guida è ancora Leah Remini, che incontra ogni “disconnesso”, ascoltandone la testimonianza e le ragioni che l’hanno spinto a lasciare la chiesa fondata da L. Ron Hubbard: dalle violenze psicologiche alle persecuzioni, dagli abusi alle minacce.
Ma è tutto vero? Cosa significa far parte di Scientology e cosa invece comporta abbandonarla? Tra gli intervistati anche Paul Haggis, regista premio Oscar (Crash) nonché ex membro di Scientology.
La serie ha vinto agli Emmy 2017 nella categoria “best informational series or special” e chissà se Leah Remini grazie al successo della serie riuscirà a fare in modo che l’FBI apra un fascicolo su Scientology.