È il 19 novembre 2001 quando, sulla strada che collega Jalalabad a Kabul, viene assassinata la giornalista del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli. Diva Universal (SKY – Canale 128) le rende omaggio con una puntata della serie di “Donne nel Mito” trasmessa in Prima TV in occasione della Giornata Mondiale per la Libertà di Stampa. A ricordarla, in un’intervista esclusiva rilasciata al Canale, Ferruccio de Bortoli, Direttore del Corriere della Sera e Presidente della Fondazione Maria Grazia Cutuli ONLUS, Barbara Stefanelli, Vicedirettore della testata e amica della Cutuli, Mario Cutuli, fratello di Maria Grazia e Cristiana Pumpo, autrice della biografia “Maria Grazia Cutuli”.
L’appuntamento con lo speciale a lei dedicato è per venerdì 3 maggio alle ore 20.50.
DONNE NEL MITO – MARIA GRAZIA CUTULI
Maria Grazia Cutuli, inviata del Corriere della Sera in Afghanistan, muore il 19 novembre 2001 a 39 anni lungo la strada che dal confine col Pakistan porta alla capitale afgana, allora appena liberata dai Talebani.
Nata a Catania nel 1962, dopo la laurea in Filosofia, Maria Grazia inizia a scrivere per quotidiani ed emittenti siciliane. La sua terra, però, le sta stretta, vuole crescere professionalmente e, a venticinque, anni si trasferisce a Milano, dove collabora con la Mondadori, prima per il periodico Centocose e in seguito per il settimanale Epoca, realizzando reportage dalla Bosnia, il Congo, la Sierra Leone e la Cambogia. Capisce, così, che il suo obiettivo è conoscere e raccontare quei luoghi difficili, lontani dalla cultura occidentale. Nel 1996, dopo aver seguito un corso di peacekeeping dell’ONU, parte per il Ruanda come volontaria dell’Alto Commissariato per i Rifugiati. Al suo ritorno inizia a collaborare con il Corriere della Sera.
Nel 1999 viene assunta definitivamente al Corriere, “Il suo percorso professionale – ricorda il fratello Mario Cutuli – è stato difficile ma molto coerente e determinato. La sua voglia di conoscere, la sua curiosità, ma anche la sua capacità di raccontare le ha permesso di realizzare quelli che erano i suoi interessi, cosa non affatto scontata nella parabola esistenziale di ognuno di noi”. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, Maria Grazia parte come inviata per il Medio Oriente: da Gerusalemme si sposta in Pakistan e, infine, in Afghanistan, lungo quel percorso che le sarà fatale. Con lei perdono la vita anche Julio Fuentes di El Mundo, e Harry Burton e Azizullah Haidari di Reuters.
“Mi ricordo – dichiara Barbara Stefanelli – che era arrivata questa agenzia, era una France Press, che diceva che erano stati visti sul bordo di una strada vicino alla gola di Sarobi (…) dei corpi di alcuni occidentali tra i quali una donna. (…) Però ammetto che fino alla sera e alla notte, abbiamo sperato che potesse arrivare qualche smentita, qualche colpo di scena, che lei potesse essere viva, ferita ma viva”.La smentita tanto attesa, però, non arriverà mai. “Abbiamo organizzato questo viaggio che rimarrà per sempre nella mia testa, su questo aereo militare (…) – prosegue la Stefanelli – poi siamo arrivati e c’erano queste due bare di legno chiaro, semplicissime, e ho pensato, assurdamente, che le sarebbero anche piaciute perché erano scarne come fatte da un artigiano del posto, inchiodate con semplicità ma pulite. (…) In qualche modo, nella disperazione, ho pensato ‘Per fortuna è lei, è il suo corpo, non le hanno fatto del male è ancora integra, sono i suoi capelli, le sue mani’. (…) Mia figlia porta il suo nome – dichiara il Vicedirettore del Corriere della Sera – si chiama Mila Maria Grazia e nacque 2 anni dopo la morte di Maria Grazia, così ce l’abbiamo ancora con noi.”
L’uccisione di Maria Grazia avviene il giorno dopo la pubblicazione di un suo articolo sulla scoperta di un deposito di gas nervino, ma tra i due eventi si scopre presto che non c’è un legame diretto. I procedimenti giudiziari, ancora in corso, portano all’esecuzione di Reza Khan (2007) considerato tra gli assassini della Cutuli, condanna contro la quale la famiglia di Maria Grazia si è sempre opposta.
“L’agguato – afferma de Bortoli – fu l’agguato di una banda che non ebbe la minima pietà, (…) c’è stata un’esecuzione, sono stati fermati, circondati, credo che non abbiano sentito nemmeno giustificazioni, spiegazioni e sono stati trucidati lungo questa strada polverosa da Jalalabad a Kabul. I particolari sono stati ricostruiti in questo processo ancora in corso, i responsabili sembra siano stati individuati, quindi un processo è in atto in Afghanistan ed ha un suo parallelo sentiero in Italia davanti al Gup”. Seconda vittima del terrorismo al Corriere della Sera, dopo Walter Tobagi, Maria Grazia Cutuli viene promossa inviata speciale alla memoria. In suo ricordo, nel 2008, viene istituita laFondazione Maria Grazia Cutuli ONLUS. Tra le principali attività della Fondazione c’è l’annuale premio internazionale di giornalismo Maria Grazia Cutuli, un corso di perfezionamento in giornalismo per inviati in aree di crisi e la realizzazione di progetti umanitari come l’inaugurazione di una scuola ad Herat, in Afghanistan, che porta il nome della giornalista scomparsa. “Nel 2008 – ricorda Mario Cutuli – dopo una fase in cui avevamo avuto il tempo di rielaborare il nostro dolore, siamo riusciti a impegnarci in questo importante progetto”.
“L’eredità di Maria Grazia – conclude Barbara Stefanelli – è quella di aver dimostrato in questo giornale (…) che le ragazze, le donne, possono fare anche questo, possono scegliere di fare l’inviato e fare l’inviato senza preclusioni di territorio e di storie. (…) Quello che è successo a lei ed è successo a un altro gruppo di uomini con lei, è un rischio tremendo di questo lavoro ma che una donna affronta come un uomo”.
“Donne nel mito” è la serie di brevi pillole prodotte da NBC Universal Global Networks Italia per svelare l’altra parte della storia, quella scritta dalle donne, rivelata dalle sue protagoniste: da Lady Diana a Maria Callas, da Jacqueline Kennedy a Margaret Thatcher. Vite straordinarie ed intense di figure femminili che hanno saputo toccare i cuori e suscitare l’ammirazione del mondo. Un compendio dedicato alle donne di sempre e raccontato con l’eleganza che contraddistingue il Canale.