La vinsero Enzo Ferrari, Tazio Nuvolari, Luigi Fagioli, Juan Manuel Fangio e Stirling Moss. Era la Coppa Acerbo, per circa quarant’anni una delle più importanti gare automobilistiche italiane. La sua storia viene ora racconta dal documentario Coppa Acerbo, in onda domenica 6 settembre alle 18.30 su History (in esclusiva su Sky al canale 407).
Era l’anno 1924. Giacomo Acerbo, gerarca fascista e autore dell’omonima legge elettorale che permise al fascismo di avere la maggioranza assoluta dei seggi alle elezioni che si tennero proprio in quell’anno, decise di istituire un gran premio automobilistico nella sua città natale, Pescara. E lo volle dedicare alla memoria del fratello Tito, caduto sul Piave durante la Prima Guerra Mondiale. Il tracciato era lungo 25 chilometri e attraversava la città e le colline circostanti: un susseguirsi di salite e discese che si alternavano ai lunghi rettilinei della strada Adriatica, tra asfalto e sterrato che mettevano a dura prova la resistenza delle automobili. La prima edizione venne vinta da Enzo Ferrari su Alfa Romeo. In pochi anni la Coppa Acerbo divenne una delle competizioni più importanti a livello europeo e vide la partecipazione dei piloti più famosi e delle case automobilistiche più prestigiose.
Come ricostruisce il documentario attraverso immagini di repertorio e interviste ad esperti, gli anni trenta furono segnati dalle sfide tra Maserati e Alfa Romeo, tra Tazio Nuvolari, Achille Varzi e Luigi Fagioli e poi dall’arrivo delle automobili tedesche e inglesi. La competizione ebbe un successo notevole e crescente tale da includere anche corse di motociclette. Un successo sportivo che si accompagnò all’interesse crescente della politica. Il regime fascista sostenne in pieno la Coppa Acerbo attraverso la presenza dei suoi più importanti esponenti, la propaganda e le opere pubbliche, che resero più moderno il tracciato, modificando la stessa struttura urbanistica e viaria di Pescara. E fu proprio la politica a condizionare la vita della competizione. Alla fine degli anni ’30 piloti e auto tedesche smisero di partecipare perché la Germania stava preparandosi per la Seconda Guerra Mondiale. E, proprio a causa del conflitto, la gara venne sospesa per diversi anni. Solo nel 1947 si tornò a gareggiare a Pescara.
Nell’Italia repubblicana, nata dal crollo del fascismo, la competizione non poteva però usare ancora il cognome di un famoso gerarca del passato regime. E divenne, più semplicemente, Circuito di Pescara o Gran Premio di Pescara. Nonostante la nascita della Formula 1 (1951), la gara abruzzese non perse il suo fascino: decine di migliaia di spettatori, provenienti da tutta Italia, continuavano ad affollarsi sugli spalti e lungo il tracciato per assistere alle imprese dei piloti. E nel 1957 venne inclusa nella Formula 1 in sostituzione del Gran Premio dei Paesi Bassi: a trionfare fu Stirling Moss. Nel 1961 si svolse l’ultima edizione, vinta dalla Ferrari. Poi motivi economici e di sicurezza determinarono la morte della corsa.
Il documentario è diretto da Leonardo Areneo ed è prodotto da The Talking Tree con il sostegno di Old Motors Club D’Abruzzo e con il contributo Fondazione Pescara Abruzzo. La distribuzione è a cura dell’Istituto Luce Cinecittà.