Diversamente da quanto previsto da Mussolini, il conflitto non è affatto breve. Il Mediterraneo è un luogo di scontro. Le navi militari servono per fronteggiare gli inglesi, si lotta anche in Libia e i bambini rimangono in Italia. Le colonie di Cattolica, Igea Marina, Cesenatico e di altre località sull’Adriatico diventano le loro nuove case. Ma anche il nostro Paese è investito dalla guerra: si susseguono i bombardamenti e si perdono i contatti con i propri genitori. Con il passare dei mesi la vita diventa sempre più difficile: il cibo viene razionato e con la disciplina si cerca di riempire il vuoto che le famiglie hanno lasciato.
Il crollo del regime fascista e lo scoppio della guerra civile peggiorano la situazione. Il fronte in Italia si stabilizza sulla Linea Gotica, luogo di furiosi scontri tra Alleati e tedeschi. I bambini non possono più rimanere nelle colonie estive, troppo vicine ai combattimenti. Vengono evacuati o addirittura abbandonati a loro stessi e finiscono dispersi tra le città del Nord Italia: alcuni sono ospitati in orfanotrofi, altri scappano e i più grandi si arruolano tra i partigiani o tra i saloini.
Solo alla conclusione del conflitto il loro viaggio volgerà al termine. Anche grazie all’intervento del Vaticano, i sopravvissuti potranno rivedere casa. Ma il ritorno in Libia non rappresenterà sempre un lieto fine: alcuni scopriranno di aver perduto i genitori, altri affronteranno un difficile reinserimento nelle famiglie.
Il documentario è scritto e diretto da Alessandro Rossetto e prodotto GraffitiDoc e co-prodotto dall’Istituto Luce e da RaiTre (La Grande Storia), con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte e della Regione Piemonte (Piemonte Doc Film Fund – Fondo regionale per il documentario – sviluppo aprile 2008 – produzione Dicembre 2009) – e del Programma MEDIA Sviluppo.
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