Una carriera lunghissima che ne ha fatto il volto di più generazioni. Un modo schietto e semplice di raccontare la vita e le emozioni di tutti, che da ventinove anni lo porta dritto al cuore dei suoi tanti fan. Max Pezzali si racconta a “Max Pezzali – Qualcosa di me”, il nuovo appuntamento di Stories, il ciclo di interviste dedicate al mondo dello spettacolo di Sky TG24. Un colloquio intimo e ironico tra il cantautore e il vicedirettore di Sky TG24 Omar Schillaci, in onda martedì 10 novembre alle 21 su Sky TG24, anche su Sky Arte sabato 14 novembre alle 11.30 e disponibile On Demand.
Max Pezzali ha da poco presentato al suo pubblico “Qualcosa di nuovo”, un album di inediti, preceduto dal singolo omonimo, disponibile dal 30 ottobre: Di nuovo nel disco c’è il tentativo di guardare un po’ oltre la linea dell’orizzonte, il contingente, l’immediato– ha raccontato Max Pezzali -, pensare a una luce che possa illuminare il domani. È una cosa di cui abbiamo bisogno un po’ tutti, indipendentemente dalla fase storica che stiamo vivendo oggi. Anche nella vita di relazione, nelle storie d’amore, occorre sempre un elemento di novità e di stimolo per andare avanti, mai fermarsi a quello che si è ottenuto, a quello che si è oggi. Cercare sempre di trovare una nuova motivazione, un nuovo entusiasmo per il futuro.
Nell’intervista, che ripercorre passo passo l’incredibile carriera dell’artista, spazio anche ai ricordi e agli episodi più intimi della vita del cantautore, dal giorno che ha cambiato tutto, con l’invio al produttore Cecchetto di una cassetta degli 883: Lo “sliding doors” della mia vita è stato quando a inizio carriera io e Mauro Repetto abbiamo portato una cassetta alla portineria di Claudio Cecchetto, con una canzone nostra, per vedere se fosse il caso di continuare a fare musica – ha spiegato –. Se non fossi andato a portare quella cassetta e non l’avessi registrata, chissà dove sarei. Non ne ho la più pallida idea: magari sarei diventato… astronauta è difficile (ride), forse avrei lavorato nel settore dell’autotrasporto. Avevo un po’ questa passione, mi piaceva l’idea del non essere chiuso in un ufficio e andare in giro, vedere l’Italia, caricare e scaricare. Fare il trucker per me è sempre stata una cosa romantica.
Pezzali ha parlato pure degli anni della scuola, quando il successo non era ancora arrivato. Tra gli aneddoti anche uno legato alla matematica, materia che ha sempre trovato particolarmente ostica: In matematica sono una pippa epocale – ha detto –, credo di poter essere studiato come caso. C’è un episodio che racconta spesso Mauro Repetto: una volta la prof di matematica mi interrogò e io mi ero incartato su una funzione, forse un logaritmo, per me le funzioni logaritmiche erano una follia. A un certo punto la professoressa mi disse: “Pezzali, ma secondo te quanti avranno fatto il liceo e affrontato questo tipo di problema?” Io cominciai a calcolarlo dicendo: “Se partiamo dalla riforma Gentile…”. Ho pensato facesse parte della domanda. Da allora sono diventato un idolo, Mauro Repetto la cita ancora come una delle cose più belle a scuola. Per me è uno dei momenti più bassi della mia carriera, ma in tutto, non solo a scuola. Pezzali ha poi raccontato del rapporto che lo lega alla sua professoressa di storia e filosofia: La professoressa Fortunati insegnava materie che o ti appassionano o le rifiuti nettamente: io ero appassionato di storia e filosofia. La professoressa Fortunati mi ha insegnato, al di là delle materie di cui parlava, ad avere sempre un pensiero critico, a mettere in discussione tutto. A dare un peso all’idea del “So di non sapere”, a non avere mai certezze granitiche e incrollabili, che non vuol dire non credere in nulla, significa semplicemente mettere un pizzico di dubbio, che ti aiuta a crearti un’opinione più articolata. Dopo tanti anni, quando è nato mio figlio Hilo, la professoressa Fortunati ha portato a mia madre un bellissimo carillon, che conservo ancora gelosamente, come buon augurio per la nascita di mio figlio. È un gesto che non ho mai dimenticato e non potrei mai. è uno dei più bei gesti che siano stati fatti per me, mio figlio e la mia famiglia.
Infine, Max Pezzali ha ricordato il grandissimo lavoro dei professionisti del mondo dei concerti, messo a dura prova dalle limitazioni imposte dalla pandemia: Quello dei live è un mondo che si basa sull’aggregazione e sull’avvicinamento delle persone. Un concerto funziona se le persone sono vicine, cantano insieme, si abbracciano e vivono un momento bello di comunità. Questo non è compatibile con il distanziamento. Purtroppo però si rischia di lasciar indietro tutta una serie di categorie di lavoratori che non sono facilmente reimpiegabili e che soprattutto hanno raggiunto un livello di professionalità che il mondo ci invidia. I nostri tecnici, anche a fronte dei tecnici americani o inglesi, che hanno una tradizione di musica dal vivo più forte, sono rispettati e tenuti in altissima considerazione. È un valore che speriamo di non perdere.
STORIES – “MAX PEZZALI – QUALCOSA DI ME”, IN ONDA LUNEDÌ 10 NOVEMBRE ALLE 21 SU SKY TG24 (CANALI 100 E 500 DI SKY E CANALE 50 DEL DTT), SABATO 14 NOVEMBRE ALLE 11.30 SU SKY ARTE (CANALE 120 DI SKY) E DISPONIBILE ON DEMAND