In occasione del ventennale della strage di Capaci, Speciale Tg1 propone un documento straordinario realizzato da Maria Grazia Mazzola in onda su Rai1 domenica 20 maggio dalle 23.30. E’ il racconto in presa diretta della strage di Capaci a partire dalle prime ore dopo l’attentato. Una narrazione visiva che documenta il susseguirsi tragico di quelle ore, si snoda attraverso le testimonianze degli agenti di scorta sopravvissuti all’attentato in un primo momento “dimenticati” nei corridoi dell’ospedale Civico di Palermo. Raccoglie le voci dei magistrati, amici di Falcone, come Antonino Caponnetto, “padre” del pool antimafia. Dà voce alla rabbia familiari e delle vedove delle vittime, il giorno dopo, all’obitorio.
E’ uno spezzone drammatico di quella storia d’Italia del maggio 1992, quando i partiti non riescono a trovare un’intesa per l’elezione del Capo dello Stato e solo alla fine, proprio nel giorno dei funerali di Stato di Falcone, della moglie e dei tre agenti di scorta uccisi a Capaci, viene eletto Oscar Luigi Scalfaro. E’ un documento scandito anche dalle denunce dei cittadini nei confronti della classe politica dell’epoca, con una richiesta corale di giustizia e di leggi anti-mafia adeguate. Sono quelle voci, le grida dei cittadini, la rabbia delle famiglie delle scorte che trasfromano il documento nella rivisitazione di un dolore collettivo, di un lutto che ha più volti, che tiene insieme la fine del magistrato-simbolo e quella di giovani famiglie distrutte, di figli senza più padre. “Capaci: la strage dal basso” è un documento di assoluta intensità che emoziona e, ancora una volta, costringe a non dimenticare.
In occasione del ventennale della strage di Capaci, Speciale Tg1 propone un documento straordinario realizzato da Maria Grazia Mazzola in onda su Rai1 domenica 20 maggio dalle 23.30. E’ il racconto in presa diretta della strage di Capaci a partire dalle prime ore dopo l’attentato. Una narrazione visiva che documenta il susseguirsi tragico di quelle ore, si snoda attraverso le testimonianze degli agenti di scorta sopravvissuti all’attentato in un primo momento “dimenticati” nei corridoi dell’ospedale Civico di Palermo. Raccoglie le voci dei magistrati, amici di Falcone, come Antonino Caponnetto, “padre” del pool antimafia. Dà voce alla rabbia familiari e delle vedove delle vittime, il giorno dopo, all’obitorio. E’ uno spezzone drammatico di quella storia d’Italia del maggio 1992, quando i partiti non riescono a trovare un’intesa per l’elezione del Capo dello Stato e solo alla fine, proprio nel giorno dei funerali di Stato di Falcone, della moglie e dei tre agenti di scorta uccisi a Capaci, viene eletto Oscar Luigi Scalfaro. E’ un documento scandito anche dalle denunce dei cittadini nei confronti della classe politica dell’epoca, con una richiesta corale di giustizia e di leggi anti-mafia adeguate. Sono quelle voci, le grida dei cittadini, la rabbia delle famiglie delle scorte che trasfromano il documento nella rivisitazione di un dolore collettivo, di un lutto che ha più volti, che tiene insieme la fine del magistrato-simbolo e quella di giovani famiglie distrutte, di figli senza più padre. “Capaci: la strage dal basso” è un documento di assoluta intensità che emoziona e, ancora una volta, costringe a non dimenticare.