Nel gennaio 2010 Haiti fu colpita da un devastante terremoto che ha causato centinaia di migliaia di vittime o feriti, il crollo di edifici, la distruzione della capitale Port-au-Prince e del suo governo. Tre settimane dopo, il futuro di Haiti sembrava dipendere da un magnate irlandese delle telecomunicazioni, Denis O’Brien.
Il piano di O’Brien aveva due obiettivi: innanzitutto ridare velocemente una casa a milioni di haitiani senzatetto, poi ricostruire l’Iron Market, un simbolo di Haiti situato a Port-au-Prince, un tempo cuore del distretto commerciale del Paese, cosi da rianimare la sua economia in ginocchio.
Con la sua ambiziosa data di termine dei lavori prevista per il 15 dicembre 2010, O’Brien affrontava cosi una dura sfida, aggravata da uragani, un’epidemia di colera, un’elezione governativa e rivolte nei mesi a seguire. Alla vigilia dell’anniversario della tragedia, tutti gli occhi sono puntati sull’iconico Iron Market e, con l’arrivo dei media da tutto il mondo, una domanda domina: la promessa di Haiti sarà mantenuta?