Nato nel 1988 con l’intento di “battere la comicità di Bruno Vespa”, negli anni Striscia ha consolidato sempre di più il suo successo di pubblico e di critica, fino a diventare non solo un appuntamento quotidiano, ma un punto di riferimento per diverse generazioni di italiani, abbracciando un target sempre più vasto ed eterogeneo.
È impossibile collocare Striscia la Notizia entro rigide coordinate, perché per sua stessa natura racchiude testi, formati, eventi, linguaggi, stili, voci, simbologie e personaggi in apparenza antitetici. Il programma di Antonio Ricci trascende il concetto stesso di genere televisivo, trasformando in quotidiano l’appuntamento tradizionalmente festivo del varietà, rovesciando la presunta autorevolezza del telegiornale, mischiando i confini tra i ruoli di comico e giornalista.
Qualunque tentativo di ricondurre la trasmissione a qualcosa di già esistente è vano: Striscia è Striscia e basta. Fin dagli esordi il Tg satirico ha infatti rivoluzionato il panorama televisivo e non, e sviluppato uno stile d’intrattenimento, conduzione, inchiesta assolutamente originali, portando alla luce scena e retroscena della vita sociale, politico-economica e culturale del nostro Paese.
Striscia attraverso satira e comicità fa “controinformazione”: per smontare la credulità popolare, scopre la natura illusoria della televisione, svelando mistificazioni, manipolazioni, omissioni all’ordine del giorno in particolare nei telegiornali e nei programmi di informazione. Oltre a mettere a nudo i meccanismi del mezzo televisivo, propone punti di vista alternativi, insinua il dubbio, smaschera ipocrisie attraverso la risata per stimolare il senso critico di uno spettatore sempre più consapevole del proprio rapporto con i media. Grazie a Internet e alle nuove tecnologie digitali, il cittadino è un fruitore sempre più attivo e capace di approcciarsi e interagire in modo costruttivo con i mezzi d’informazione.
Il Tg satirico è stato pioniere di questa tendenza, sia per i contenuti proposti sia per la forma utilizzata. Primo tra tutti i programmi televisivi italiani, Striscia ha inaugurato nel 1996 un sito internet sperimentale, curato dall’Università di Genova, che ha consentito un incremento nel numero di segnalazioni.
Dai primordiali fax alle telefonate all’SOS Gabibbo, fino alle odierne e-mail, sono proprio i telespettatori a essere da sempre i co-protagonisti del programma, in quanto dalle loro critiche, dalle loro denunce e dalle loro lamentele partono gran parte dei servizi di Striscia, che spesso si sviluppano in vere e proprie inchieste dagli esiti a volte eclatanti.
Il contributo diretto dei cittadini è fondamentale per la redazione della trasmissione, che ogni giorno riceve un migliaio di messaggi sempre più documentati. Si è consolidata una generale fiducia del pubblico nei confronti del programma, a cui si affidano piccoli e grandi problemi con la certezza che verranno presi in considerazione. Il dato è confermato da un recente sondaggio realizzato dall’Osservatorio Demos-Coop e pubblicato da “la Repubblica” in un articolo a firma Ilvo Diamanti, secondo il quale Striscia è considerato dalla maggior parte degli italiani il programma più affidabile.
Striscia racconta da ventitré edizioni la storia del Paese che cambia copione di anno in anno, si rinnova, ma rimane fedele a uno schema diventato ormai un classico e un unicum della televisione, alternando temi importanti a momenti leggeri, tra un motto di indignazione e una risata dissacrante.
Lo svincolo dall’obbligo di rispettare il tradizionale susseguirsi delle notizie nei telegionali arriva nel 1992 con la possibilità di trasmettere in diretta per le reti commerciali e con la nascita del Tg5. Da quel momento Striscia (siamo in piena era Tangentopoli) può dedicarsi con ancor più impegno alle inchieste.
Che tornano anche in questa ventiquattresima edizione, insieme a retroscena politici, denunce, sprechi del denaro pubblico e raggiri. Prosegue, sull’onda della stretta attualità, la consegna dei Tapiri d’oro.
Da lunedì 26 settembre 2011 riparte quindi su Canale 5 Striscia la Notizia con al timone, per la diciottesima volta consecutiva, la coppia storica formata dagli attori Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti. Con loro il Gabibbo, “pupazzo populista” che capeggia come al solito una folta schiera di inviati. Si tratta di personaggi che uniscono la semplicità e una forte connotazione regionale a tratti esasperati al limite del credibile, ribaltando così la tradizionale figura del giornalista. Questo perché, tra gli obiettivi principali del Tg satirico, c’è la volontà di dimostrare come con l’impegno e la disponibilità a rischiare in prima persona si possano raggiungere obiettivi impensati. Per questo motivo molti degli inviati di Striscia (Capitan Ventosa, il Cicalotto, Moreno Morello, Stefania Petyx con il suo bassotto?) sono volutamente caricaturali.
E le popolari Veline?
Negli ultimi tempi al centro del dibattito sul corpo delle donne, le Veline sono state additate come l’origine di tutti i mali, diventando vittime di una vera e propria macchina del fango. Per questo, Striscia la Notizia la scorsa primavera ha lanciato una provocazione, annunciando che avrebbe eliminato le Veline dal cast se la Rai avesse rinunciato a “Miss Italia” e il Gruppo Espresso alle sue due “veline”: il settimanale “D-La Repubblica delle donne” e il mensile “Velvet”, dove la dignità delle donne è ridotta da sempre ad attaccapanni. Se sabato, nelle edicole, insieme con “la Repubblica” uscirà “D-La Repubblica delle donne”, Costanza Caracciolo e Federica Nargi verranno riconfermate, stabilendo un record storico: quattro stagioni sul bancone del Tg più amato d’Italia.
Striscia la Notizia è un programma ideato e scritto da Antonio Ricci.
Scritto con: Lorenzo Beccati, Gennaro Ventimiglia e Max Greggio.
Con loro: Paolino T. Orsini, Alessandro Meazza, Francesco Mazza, Carlo Denei, Fabio Nocchi, Carlo Sacchetti, Massimo Dimunno e Giovanni Tamborrino.
Per la settima stagione consecutiva la regia è affidata a Mauro Marinello.
Direttore della fotografia Aldo Giuttari. I costumi sono curati da Anahi Ricca.